Novara, Biella, VCO
2. Dall'armistizio al consolidamento del sistema di controllo e sfruttamento: le MKDall’armistizio al consolidamento del sistema di controllo e sfruttamento: le MK
La Provincia di Novara cade sotto l’occupazione tedesca tra l’11 e il 12 di settembre 1943. Una volta ridisegnata l’architettura politico-militare tra la neoistituita Repubblica Sociale Italiana (RSI) e l’esercito nazista, la Militärkommandantur 1021 (Mk 1021) viene istituita a Novara, con uffici presso Palazzo Faraggiana e giurisdizione che travalicava i confini provinciali, comprendendo anche le attuali Province di Biella, Vercelli e Verbano Cusio Ossola (VCO). Un territorio di circa 4.500 km2, con una popolazione complessiva di circa 690.000 abitanti (censimento 1951) ripartiti tra le allora provincie di Vercelli (circa 287.000 abitanti con a Biella) e Novara (circa 403.000 abitanti con il VCO). Un’area geograficamente difforme e ricca di zone montuose nella quali, a partire dal Biellese per poi spostarsi in Valsesia e infine nell’Ossola si annidarono e ben presto diffusero significative attività partigiane.
A livello operativo, la Militärkommandantur 1021 (Mk 1021), si articolava in alcuni comandi distaccati: il più rilevante era la Platzkommandandur di Vercelli, che sovrintendeva le attività relative alla Provincia di Vercelli (e Biella), in aggiunta ad altri comandi militari tra cui quello di Domodossola, per l’area del VCO.
Nei rapporti della MK 1021 si descrivono modalità e difficoltà incontrate nella strutturazione delle attività di commando, in relazione alla più ampia organizzazione burocratica italiana e all’amministrazione militare tedesca. Quest’ultima includeva, tra gli altri, il Commando per gli armamenti e la produzione bellica o Ruk (Rustung und Kriegsproduktion) e il WiKdo (Wirtschaftskommando) d’istanza a Torino, quale distaccamento economico operativo della Wehrmacht. Proprio con il WiKdo la MK 1021 lamenta fin da subito conflitti di competenze, scarsa cooperazione e poca attenzione nei confronti delle necessità e bisogni economici e militari dei territori più lontani dalla città di Torino.
Nelle note e corrispondenze inviate dalla Mk 1021 e le Prefetture di Novara e Vercelli in merito a disposizioni di carattere amministrativo, economico o di ordine pubblico, si riscontra sempre il nome della MK 1021, quale mittente, con l’aggiunta dell’eventuale nome e firma della Platzkommandandur locale. É questo il caso di una nota inviata dalla MK 1021 in data 25 ottobre 1943 nella quale si definiscono procedure operative nella gestione dei poteri “concorrenti”, informando il Prefetto di Vercelli che eventuali “richieste, requisizioni, ecc.” sarebbero dovute avvenire “per il tramite della Platzkommandantur (di Vercelli) ed esclusivamente per iscritto”. Inoltre, tale documentazione doveva sempre riportare il timbro tedesco “presenteed” e una delle firme indicate nel testo, onde evitare falsificazioni. Un documento emblematico di un livello di controllo significativo da parte tedesca, a detrimento dei poteri e prerogative di rappresentanti politico-amministrativi locali.
Archivio di Stato di Vercelli, Gabinetto di Prefettura, Nota inviata dalla Militarkommandantur 1021 al Prefetto di Vercelli, 25/10/1943
La nota della MK 1021 con cui informa il Prefetto di Vercelli voler “vidimare” ogni aspetto relativo a richieste, requisizioni, ecc., tramite la Plazkommandantur di Vercelli.
La fase di riorganizzazione del potere politico e amministrativo seguito alla nascita della RSI e all’occupazione nazista vede lo strutturarsi di una “autorità concorrente” italo-tedesca che, in una prima fase, sembra poggiare, in particolare per la Provincia di Novara, su un’auspicata (o attribuita) prevalenza di quest’ultima. Elemento che traspare anche dal rapporto della MK 1021 dell’ottobre 1943 in cui si afferma come le autorità italiane non sembravano cercare “solo stimoli dagli uffici tedeschi, bensì vere e proprie direttive”.
Nel quadro delle enormi difficoltà istituzionali della neoistituita RSI e nel vuoto politico derivante dall’ormai irrimediabile implosione del Partito Nazionale Fascista, le prefetture rappresentarono l’interlocutore chiave della MK 1021 durante l’occupazione. Rispetto alla funzione di filtro e limitato argine nei confronti di inferenze politiche locali, in parte svolta dai prefetti prima dell’otto settembre, la distinzione tra prefetti e federali, tra Stato e partito fascista, venne progressivamente meno durante il periodo della RSI quando il dualismo tra Segretario federale e Prefetto fu risolto trasformando la carica prefettizia in quella di “Capo della Provincia”. Una carica, quest’ultima, predominante rispetto ad altre figure amministrative o partitiche, che avvicinò i prefetti a veri e propri leader politici locali.
Proprio per questo, nei primi due rapporti delle MK 1021 del ottobre e novembre 1943 i tedeschi si soffermano molto sulla sostituzione dei prefetti di Novara e Vercelli, dando un giudizio complessivamente positivo per il nuovo Prefetto di Novara, Dante Maria Tuninetti – considerato un “bene per la Provincia” – ed esprimendo qualche remora sul nuovo prefetto di Vercelli, Michele Morsero, che non “sembrerebbe fare la stessa buona impressione” (anche se in realtà resterà in carica per tutto il periodo dell’occupazione tedesca, a differenza di Tuninetti).
Il tentativo della Militärkommandantur 1021 di svolgere un ruolo significativo nella gestione e l’utilizzo delle risorse umane ed economiche si evince, in questa fase, anche da una nota sulla situazione economica provinciale inviata da questo commando al “Capo della Provincia di Vercelli”, come anche a quella di Novara, in data 14 novembre 1943.
Archivio di Stato di Vercelli, Gabinetto della Prefettura di Vercelli, Nota della Militarkommandantur 1021 al Capo delle Provincia di Vercelli ad oggetto “Haushaltswesen”, 14/11/1943
La nota della MK 1021 con cui si avvertivano le Prefetture della necessità di evitare qualsiasi “modificazioni e violazioni sul campo delle imposte senza espresso consenso del generale autorizzato”
Il documento, oltre a richiedere informazioni sulla situazione economico-patrimoniale dei Comuni di Vercelli, Biella e dell’amministrazione provinciale di Vercelli, si conclude con l’avvertimento che eventuali “modificazioni e violazioni sul campo delle imposte senza espresso consenso del generale autorizzato non (potevano) essere fatte”. Un monito, seguito da una più puntuale indicazione, ovvero quella di “rialzare le tasse e imposte finora mantenute”. Aspetto, quest’ultimo, che sembra quindi indicare un significativo livello di “ingerenza” auspicato dai tedeschi nella programmazione economica e finanziaria dei territori sotto la loro giurisdizione.
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