Alessandria
5. Verso la crisi del sistema di occupazione e sfruttamentoMunicipio di Alessandria.
Foto di Giusy1991 – Own work, CC BY-SA 4.0, Link
Verso la crisi del sistema di occupazione e sfruttamento
Il segnale più eloquente delle crescenti difficoltà incontrate dall’occupante tedesco e dai fascisti è forse rappresentato dalla decisione assunta nell’agosto 1944 di spostare la sede della Militarkommandantur 1014 da Alessandria a Valenza Monferrato, nell’edificio delle locali scuole elementari. Ci si vuole così sottrarre ai frequenti bombardamenti aerei di cui è fatto segno il capoluogo, uno dei quali il 3 settembre 1944 ha centrato proprio il Palazzo della GIL di piazza Biffi, e al tempo stesso spostarsi in una posizione strategica in vista di un ripiegamento a nord del Po. Anche gli altri centri decisionali preposti al governo dell’economia locale verranno nelle settimane successive allontanati dal capoluogo, una dispersione che renderà ancor più difficoltoso il loro coordinamento. Al disordine generato nelle file nazi-fasciste dall’andamento sfavorevole della guerra si somma poi la pressione esercitata dalle bande partigiane che almeno fino all’ultimo grande ciclo di rastrellamenti autunnale, controllano ampie parti del territorio provinciale, sostituendosi – specie nelle zone rurali – alle autorità della RSI anche nel governo dell’economia. Tutto ciò determina un ulteriore acutizzarsi della conflittualità interna al campo nazifascista che inevitabilmente incide sull’efficacia dei provvedimenti presi. La pressoché inagibilità di strade e linee ferroviarie a causa della guerra aerea, se impedisce l’invio verso il Reich di risorse economiche prelevate localmente, paralizzando del tutto l’interscambio con le altre provincie italiane, acuisce la generale penuria di beni di prima necessità lamentata dalla popolazione e determina nei fatti una progressiva autarchia economica del territorio provinciale. In particolare, lo stato caotico in cui versano le autorità locali, l’incompletezza delle informazioni a disposizione, la non collaborazione delle masse rurali rende impossibile organizzare l’invio di cereali e ortaggi dalle campagne dell’Alessandrino verso Genova, priva come è noto di un contado in grado di soddisfarne le più immediate esigenze alimentari. In genere, alle difficoltà di approvvigionamento i reparti tedeschi e fascisti fanno ora fronte autonomamente ricorrendo alla forza, terrorizzando la popolazione rurale, del tutto restia – vista anche l’enorme sproporzione fra i prezzi ufficiali e quelli praticati sul mercato nero – a conferire i propri prodotti alle autorità repubblicane. È il caso anche delle requisizioni forzose dei capi di bestiame cui si ricorre sempre più spesso, privando però così i contadini, in un momento in cui è del tutto impossibile reperire del carburante per le macchine agricole, di animali da tiro per il lavoro nei campi, proprio mentre si approssima la stagione della semina autunnale.
Archivio ISRAL, RSI, Manifesti, Espropriazione autoveicoli
Un manifesto del podestà di Alessandria minaccia gli inadempienti le norme relative agli autocarri, d’immediata loro requisizione per mano tedesca .
Non diverso è lo scenario della produzione industriale. Dall’estate precedente sono in funzione, perlopiù a singhiozzo, a causa dei continui allarmi aerei, pressoché solo gli stabilimenti interessati da commesse belliche tedesche, mentre la regolarità della produzione sconta le difficoltà crescenti del sistema dei trasporti. Del resto, anche gli spostamenti di corto raggio sono sempre più rischiosi e faticosi per la popolazione civile, perlopiù sfollata nei sobborghi, a causa delle frequenti incursioni aeree, della quasi totale assenza del trasporto pubblico e della massiccia requisizione dei mezzi privati. Fra i veicoli razziati sempre più frequentemente dall’occupante tedesco vi sono ora anche le biciclette, di cui peraltro è sempre più difficile reperire i pezzi di ricambio, a partire dagli pneumatici.
Archivio ISRAL, Fondo Pivano
Alessandria, Piazza della Libertà, manifestazione per la liberazione della città, un gruppo partigiano consegna del denaro sequestrato alla Brigata nera.
Negli ultimi mesi di guerra, la paralisi della produzione industriale – innanzitutto per mancanza di materie prime e di ordinazioni – e dei trasporti, la spirale ormai incontrollata dei prezzi precipitano la provincia di Alessandria nel totale disordine economico. In tali condizioni, le squadre fasciste e le truppe tedesche, in crescente difficoltà nel governare un territorio che nei primi mesi del ’45 gli è nuovamente conteso dal movimento partigiano, si regolano, come scrive il già citato Commissario capo di P.S. della provincia di Alessandria, «come nei tempi andati in cui il saccheggio e la rapina dei paesi vinti e soggiogati erano tra le consuetudini della guerra». Incapaci di frenare l’asportazione di risorse operato dall’alleato tedesco, le autorità della Repubblica sociale ne imitano dunque piuttosto le modalità di comportamento verso la popolazione civile, contribuendo ad amplificare gli effetti negativi sulle attività produttive della guerra e dell’occupazione straniera.
Documenti
Relazione commissario capo di P.S. all’Ispettorato speciale di Polizia – Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Direzione Generale della Pubblica Sicurezza (1861-1981), Segreteria del capo della polizia (1923-1945), RSI. Segreteria del capo della polizia politica (1943-1945), busta 63
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